La dipendenza da smartphone è uno dei problemi più diffusi e al contempo sottovalutati degli ultimi anni.
Quante volte al giorno ti capita di non sapere cosa fare e di prendere in mano il telefono per occupare il tempo?
Quando vedi qualcosa di veramente bello come un tramonto il tuo primo impulso è quello di goderti il momento o di immortalarlo per poi condividerlo sui social?
Ti è mai capitato di ricevere un messaggio mentre sei alla guida e di volerlo vedere subito nonostante i pericoli ai quali potresti andare incontro?
Un problema da non sottovalutare
Il problema della dipendenza da smartphone può assumere varie forme.
Una di queste è quella denominata nomofobia, ovvero la paura di restare sconnessi dalla rete telefonica mobile, con tutte le conseguenze che ciò comporta.
Ti è mai successo di andare nel panico se il telefono non prende il segnale per più di dieci minuti o se, magari per una cena o un qualche evento, ti ritrovi confinato in un posto dove non c’è rete?
Sei al centro della tua rete sociale reale, fatta di persone vere ed esistenti, ma per qualche motivo rimanere tagliato fuori dalla tua comunità virtuale sembra importarti di più.
Batterie scariche e dove ricaricarle
Per non parlare dell’ossessione che caratterizza ogni minuto della tua giornata: quello della percentuale della batteria che inesorabilmente scende sempre più.
La giornata passa quindi dalla ricerca di un punto rete al successivo per evitare, ancora una volta, il timore di rimanere tagliati fuori dal mondo di internet.
E vogliamo parlare di quando finisci i giga e faresti di tutto per avere anche solo 100 mega in più?
Gli operatori telefonici lo sanno benissimo e a quel punto ti offrono mezzo giga a prezzi da capogiro.
È veramente un problema?
D’altra parte questo non è un problema, giusto?
Lo fanno tutti, quindi va bene così. È un segno dei tempi che cambiano. È il futuro che avanza.
Eppure quando sei seduto al tavolo coi tuoi amici e alzi gli occhi dallo smartphone ti accorgi che c’è qualcosa che non va: siete tutti insieme ma nessuno è veramente lì mentalmente, col volto assente illuminato dallo schermo perennemente acceso del suo telefonino.
Perché un progetto sulla nomofobia?
Se anche tu percepisci questo come un problema, allora puoi capire il motivo per il quale abbiamo deciso di mettere in piedi questo piccolo progetto universitario.
Siamo cinque ragazzi iscritti al corso di Marketing Sociale del professor Giuseppe Fattori e, in collaborazione con il centro Dedalus e con lo sportello InformaGiovani del comune di Bologna, abbiamo deciso di iniziare un progetto di sensibilizzazione sul tema.
Se vuoi partecipare puoi compilare il nostro questionario e seguirci sui nostri canali social.
Se invece sei interessato a parlare dell’argomento con degli esperti, prendi in considerazione l’idea di contattare lo sportello dedicato messo a disposizione dal comune di Bologna in modo totalmente gratuito all’indirizzo mail info@dedalusbologna.it o cliccando sul bottone qua sotto.